La potatura

Ne resterà uno solo (…)”

Parafrasando una famosa battuta di un film di qualche anno fa, questa frase riassume perfettamente il senso della potatura.

Infatti nel metodo di allevamento della vite a Guyot, da noi utilizzato da sempre, lasciamo un unico tralcio capofrutto con una media di 7/8 gemme da cui si svilupperà tutto l’apparato vegetativo della vite.

Gli anziani raccontavano che il primo a potare fu un asino, che, in cerca di cibo, si avvicinò ad una vite ed iniziò a nutrirsene, lasciando alla fine, poiché sazio, un unico tralcio. In realtà oltre al capofrutto, si lascia un piccolo moncone con una gemma da cui germoglierà il capofrutto per l’anno successivo.

L’attività della potatura non è proprio semplicissima. Occorre avere il senso della misura e dell’armonia della pianta per saper scegliere, tra i vari tralci dell’annata precedente, quello che darà i frutti nell’annata in corso.

La seconda potatura, quella verde, sarà effettuata a primavera inoltrata. Ma di ciò ne parleremo al momento opportuno…